LA SOLITA VIGILIA DI UN INSOLITO GIORNO

Come ogni anno, il giorno prima del rientro a scuola è per me un giorno speciale: si mette fine alla vita estiva, ritornano orari precisi, vecchie regole, uscite serali limitate, l’afa diventa pian piano un ricordo, spuntano i libri, ci sono zaini da lavare, penne, quaderni, fogli ecc ritornano a essere materiale introvabile in casa; le figlie sbuffano al pensiero della sveglia mattutina, hanno l’ansia da “cosa mi metto”, da capello che si ribella, da “devo arrivare in tempo per non trovarmi in prima fila”, con il passare degli anni gli umori delle figlie si fanno sempre più altalenanti in questo giorno, è il tempo che passa, passa ma non modifica l’attesa del rientro a scuola.
Già, il tempo scorre ma lascia inalterate da secoli le emozioni per ciò che riprende, ogni anno, per anni, emozioni che, come un testimone, si trasmettono fra le generazioni, crescono con noi: bambini, ragazzi e adulti, poi i bambini diventano ragazzi e i ragazzi adulti che generano bambini e si va avanti, sempre così, e sempre così sarà il primo giorno di scuola.
Ma quest’anno no, tutto è cambiato, noi siamo rimasti uguali, il virus ha cambiato le regole, è riuscito a radere al suolo anche ciò che aveva fondamenta ben salde. A parte il problema afa che non se ne va ed è difficile credere di rientrare a scuola quando si vive al mare e la temperatura è ancora quella di agosto, l’adattamento più difficile sarà quello di vivere una scuola che, ahimè, deve mantenere le distanze. La scuola delle mie figlie ha mandato solo ieri le direttive per l’ingresso di domani, direttive che si riassumono in tabelle in cui cercare la propria classe, i gruppi in cui è stata suddivisa, il giorno di entrata e l’orario del proprio gruppo, il relativo cancello, il numero dell’ingresso e la lettera assegnata alla scala di accesso interno, poi si fa la stessa ricerca per l’uscita da scuola. Non si può fare altrimenti, non c’è spazio a sufficienza, le classi nascevano già numerose per volere di anni di tirata di cinghia alle spese scolastiche, quindi dobbiamo indignarci solo ora? Quante polemiche si sono fatte per tutta l’estate sull’assurdità delle soluzioni per far ripartire la scuola, ma è tutto così nuovo e difficile che qualunque soluzione presa da chiunque avrebbe suscitato dubbi e polemiche. Si riparte come se quest’anno fosse la puntata zero di una serie: vediamo se funziona, cosa modificare o cosa eliminare, solo che gli spettatori testanti sono i nostri figli, non siamo noi, loro sono più elastici, si adeguano con maggior facilità ai cambiamenti, sono l’acqua che prende la forma del suo contenitore. Non avranno il compagno di banco, non faranno merenda nei corridoi, non si assembreranno più nei gabinetti ( tra le direttive della scuola c’è anche l’assegnazione di due box per aula per uso bagno), ma troveranno altri modi per rendere le ore di scuola anche momento di crescita ed esperienza, che lo facciano seduti su sedie con rotelle, con mascherine chirurgiche, non importa, avranno comunque la strizza per l’interrogazione, la sudarella da verifica, la materia più odiata, quella più amata, troveranno il modo per ridere sotto le mascherine, per suggerire meglio, per copiare spostandosi silenziosamente con il banco, avranno scuse fantasiose per non aver potuto studiare, insomma, loro ce la faranno, noi adulti un po’ meno, siamo troppo affezionati alle buone e vecchie abitudini, non reagiamo di pancia, come loro, ma di testa, ci frenano i dubbi, i se, i perché, la paura di ciò che non conosciamo, ci annebbia la vista la perenne ricerca di qualcuno a cui dare la colpa di tutto questo, la voglia di polemizzare, di essere certi di poter fare meglio di chi è preposto a fare e a decidere.
Lasciamo che i nostri figli vivano il loro primo giorno di scuola senza l’ansia di avere un genitore ansioso alle spalle, hanno le capacità per rendere il cambiamento un’opportunità, che poi, un lato positivo c’è già: le mamme non potranno più assembrarsi davanti ai cancelli per ore, niente più chiacchiere e pettegolezzi, basta con i capannelli, sicuramente si sfogheranno sui gruppi whatsapp, ma, se i complottasti, terrapiattisti e negazionisti hanno ragione, moriremo tutti di 5G…e il virus non sarà più un problema!