Storia di un altro mondo

In queste ultime settimane, tra giornali, telegiornali e social vari, le notizie che si sono susseguite sembravano venire dal passato, da un altro paese, da un altro mondo, ma, purtroppo, è stata pura realtà ed è una realtà che fa paura. Nono sono così vecchia da aver vissuto nell’era del fascismo e nazismo, ma ho sempre ascoltato i racconti di chi, in famiglia, aveva toccato con mano gli orrori della guerra e delle ideologie razziste che la resero più crudele di quanto la mente umana possa immaginare. Ne parlavano i libri di storia, lasciando a noi studenti il giudizio e la conclusione morale di quanto era accaduto, avevamo meno strumenti di informazione, forse anche meno informazioni, ma ( grazie a questa carenza?) gli insegnamenti ci arrivavano chiari nella mente dando la speranza, a chi aveva vissuto direttamente quell’incubo storico, che le nuove generazioni prendessero coscienza di un passato, non loro, per costruire un futuro migliore. Ma a quanto pare qualche componente di questa sorta di staffetta morale/storica si è perso o ha passato il testimone in mani sbagliate.
A parte i ridicoli comizi che mi sono sembrati caricature di quelli di un vecchio regime dittatoriale in cui, chi parlava al popolo, faceva leva sulla voce alta, determinata, su frasi brevi che, dietro a una carota, nascondevano bastonate, il clou lo abbiamo avuto direttamente in parlamento, nel momento in cui ciò che doveva essere approvato a unanimità è stato approvato con maggioranza ( astenuti e contrari non fanno differenza, sono entrambi un esempio malsano di quanto l’incoerenza sia sovrana del nostro paese), e qui il mio stupore è stato doppio visto che non parliamo di ragazzini che non sanno, che non hanno studiato, che si lasciano trasportare dal vento, qui parliamo di adulti, adulti che coprono il ruolo di rappresentanti dei cittadini, adulti che devono prendere decisioni importanti e di indirizzo affinché il nostro paese vada avanti e non indietro. A tale notizia si è aperto un mondo di dibattiti denuncianti il fatto come grave e intollerabile ma, ahimè, è stato scoperchiato il vaso di Pandora e in molti, troppi, si sono sentiti autorizzati, con le spalle coperte e appoggiati, a esternare la loro ideologia razzista, come se ci fosse stato fino a ora un mondo parallelo che non aspettava altro che qualcuno facesse la prima mossa per uscire allo scoperto. Così altre notizie tristi hanno riempito le pagine dei giornali, cori razzisti hanno invaso gli stadi, le strade sono diventate la vetrina dell’intolleranza e insulti di ogni genere si sono moltiplicati sui canali sociali più popolari.
Di tutte queste notizie non mi ha stupito il coro di insulti rivolto a un famoso giocatore di colore, non mi ha atterrita sapere che, durante una partita di calcio fra ragazzini, una madre ha aggettivato con appellativi dispregiativi, riguardanti il colore della pelle, un piccolo giocatore in erba, non mi ha travolta come un tir vedere le immagini di ragazzi che, con la scusa del raduno di cosplay durante l’evento di Lucca Comics, passeggiavano beati per le strade della città vestiti con divise naziste e relative svastiche ben in vista, nemmeno mi ha lasciata basita la notizia dell’ennesimo barcone carico di disperazione i cui passeggeri preferirebbero morire affogati piuttosto che essere torturati nel “porto sicuro” libico, quello che mi ha letteralmente stesa e riempito di stupore è che tutto questo non è più un eccezione, non sono più casi isolati, l’odio verso chi non è come noi viene fomentato ogni giorno di più e l’odio porta solo altro odio, altre tragedie umane, altre sofferenze. E’ possibile che in questo paese finisca tutto a tarallucci e vino? Basta dire “so’ ragazzi..” oppure un “Se l’è cercata” e ci laviamo la coscienza? Quelli che poggiano le loro chiappe su sedili di pelle, pagati da noi, sono i peggiori perché tirano il sasso e nascondono la mano, anzi, ne nascondono due perché sanno che qualcos’altro da nascondere che ancora non sappiamo c’è, incitano all’odio, al razzismo, all’omofobia, alla persecuzione, usando sempre questi benedetti canali social ( altro che il vetusto megafono, tutto ciò che urlano sui social arriva in ogni parte, puoi combatterlo, puoi subirlo, puoi rimanere indifferente abituandoti, ma sono come le zanzare: pungono comunque) per poi contraddirsi e fare le condoglianze per la dipartita di una delle poche persone sopravvissute ai campi di concentramento, per prendere le distanze da chi usa cori troppo coloriti negli stadi, dicendo che l’astensione di voto o il voto contrario sono stati solo una mera protesta contro il governo e non contro quello che doveva essere approvato ( ma davvero? Allora io mi astengo dall’andare votare alle prossime elezioni per protesta contro il mio vicino di casa spione e rompiballe), si indignano sulle infinite violenze sulle donne ma sono i primi a trattarle come cioccolatini da gustare, a sentir loro lottano per un’Italia migliore ma il loro concetto di “migliore” è rappresentato dalla famiglia del Mulino Bianco, quindi via ogni tipo di colore, etnia, stato sociale non conforme al matrimonio religioso e orientamento sessuale non compatibile con quest’ultimo. Cosa significa un’Italia migliore? Un paese in cui è passato il tornado di Mastro Lindo ripulendo pure le coscienze?
Le conseguenze cominciano a sentirsi, l’odio e il razzismo, che dovevano scemare con il passare degli anni, dei secoli, proprio in virtù di ciò che la storia avrebbe dovuto insegnarci, stanno prendendo velocemente piede nel nostro paese come una pianta infestante e le nuove generazioni stanno crescendo dentro a questo caos di presunta (im)moralità, prendono ad esempio esempi sbagliati, si salutano con il braccio teso, inneggiano a uno stato dittatoriale che non conoscono perché manco sono arrivati a studiarlo sui libri, chi si tiene lontano da ideologie politiche usa l’ignoranza ( nel senso letterale) per sentirsi autorizzato a distruggere, non rispettare e calpestare il prossimo, le frasi “non l’ho fatto apposta…non sapevo quello che facevo…non potevo immaginarlo” sono già impostate di default su tutte le tastiere dei telefonini ( come il classico “Sto arrivando” che spunta appena digiti la sillaba “sa”), insultano con una naturalezza disarmante, si nascondono dietro uno schermo come se si sentissero in dovere di usare al peggio la tecnologia, spesso, ed è la cosa più triste, con l’unico scopo di farsi due risate o di passare il tempo perché si annoiano. Ma la colpa è anche nostra, noi gli abbiamo muniti di questo strumento, noi gli abbiamo dato esempi sbagliati, noi non gli diamo qualcosa in cui credere e combattere: chi di noi adulti non si fa quattro risate sulle battute che circolano sulla ragazzina svedese che sta girando il mondo per smuovere le coscienze cercando di salvare il suo futuro e quello dei suoi coetanei? In quanti di noi sono disillusi e scettici su ciò che va dicendo e, per pigrizia e comodità, continua con le solite abitudini antiecologiste? Purtroppo i giovani oggi hanno un’idea così distorta di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato che mi vien voglia di non invecchiare per non assistere allo sfacelo definitivo dell’umanità. Se davvero si potrà vivere su Marte io ci vorrei andare anche solo per guardare la terra implodere di odio, rabbia, guerre e denaro.
Non ho formule magiche, soluzioni efficaci o equazioni scientifiche che possano aiutare a eliminare tutto ciò che c’è di brutto al mondo, basterebbe avere, ognuno, un minimo di coscienza e di memoria. Con la memoria ti formi la coscienza e con la coscienza prepari il futuro, troppo difficile? Forse è troppo facile e ciò che sembra ovvio e semplice non attecchisce nelle terre coltivate dai social…